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Aleks ghiaccio-bollente: "Parlo poco e imparo tanto"
Aleks ghiaccio-bollente: "Parlo poco e imparo tanto"
02/04/2018
VERONA – Ghiaccio bollente. Un ossimoro spalmato in oltre due metri che sorridono umili. Aleks Grozdanov ha appena soffiato su 20 candeline. E forse il desiderio era quello: giocare alla grande se coach Grbic lo avesse voluto titolare. Ed è stato così proprio a Vibo Valentia, sabato scorso: 13 punti, come le ore passate sul pullman al ritorno verso Verona. Utili a pensare. Assorbire.
“Penso che sia un buon anno, imparo molte cose e mi sento davvero bene in squadra”
spiega Aleks, appena rientrato dopo aver festeggiato la Pasqua con tre compagni in riva al Lago di Garda (Manavi e Marretta, per la precisione). Non è facile per lui. Arrivato in Italia appena maggiorenne dalla Bulgaria, nato a Sofia e residente tra Dossobuono e l’Agsm Forum, trasferte permettendo.
“La mia famiglia mi supporta e mi aiuta nei momenti difficili. Anche a Kraljevo, in Serbia, sono venuti a vedere la partita e siamo stati insieme. Sono contenti della mia possibilità di giocare in un campionato come quello italiano, ma a volte sono preoccupati. Ma sanno che alle spalle ho un club serio e un gruppo di compagni formidabile”.
Per tutti, lui è il cucciolo della squadra. E la stima cresce quando in campo dimostra maturità e freddezza. Oltre al grande talento.
“Sono paziente, positivo e tranquillo”
, si descrive con tre aggettivi-qualità. Che smonta.
“Ma non mi piace, penso di dover parlare di più.
Il mio sogno? Voglio diventare un buon giocatore di pallavolo, e quando finisco con la pallavolo voglio possedere un ristorante.
Se ero teso prima del match? Alcuni giorni prima della partita l'allenatore ha detto che forse avrei avuto la possibilità di giocare.
Non è così difficile essere concentrato”.
Ed ecco il ventenne adulto. Nato pronto. Che tace spesso, osserva, impara e ama la compagnia.
“Abbiamo il giorno libero anche a Pasquetta, quindi riposerò e forse uscirò con i miei compagni di squadra”.
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